In questo tempo di pandemia, che ha cambiato repentinamente e radicalmente le nostre abitudini di vita, molte sono le paure, le ansie e le domande sul presente e sul futuro, sia per noi adulti sia per i nostri bambini, soprattutto per i più piccoli, ai quali può risultare difficile comprendere cosa stia succedendo e formulare delle vere e proprie domande.
Moltissimi genitori si stanno chiedendo, in queste settimane, come parlare e soprattutto cosa dire ai loro figli, grandi e piccini, e come tranquillizzarli e rassicurarli.
Sappiamo che i nostri bambini partecipano alle ansie e alle preoccupazioni di noi genitori, anche quando queste non vengono esplicitate verbalmente; crediamo quindi che non sia utile cercare di nascondere il proprio stato d’animo, ma che sia invece importante, con parole adeguate, dare ai bambini gli strumenti necessari per comprendere l’eccezionalità e l’allarme causati dalla situazione che stiamo vivendo.
Il virus di cui molto si parla, e che sicuramente non è sfuggito all’attenzione dei più piccoli, è davvero un “mostro” pericoloso, ma se il bambino si trova da solo ad affrontarlo, questo prenderà connotati ancora più minacciosi e ingestibili per le sue immature risorse: il piccolo lasciato da solo potrà esserne sopraffatto e dare segni di disagio e sofferenza che possono ripercuotersi nelle normali azioni della vita quotidiana. Potrebbero presentarsi disturbi del sonno, dell’alimentazione, il bambino potrebbe diventare particolarmente irritabile, oppositivo o difficile da consolare.
È importante dunque mostrarsi disponibili a parlare con il bambino di ciò che sta accadendo, pronti ad accogliere le sue domande e mantenendo con il piccolo un dialogo aperto e il più possibile rassicurante.
Facciamolo però in un momento in cui non ci sentiamo sopraffatti dalla nostra ansia e possiamo parlare della situazione con sufficiente serenità: in questi momenti una spiegazione anche molto semplice accanto ad una presenza accogliente e autentica possono essere di per sé molto rassicuranti.
Con sincerità e senza negare anche la nostra preoccupazione, possiamo trasmettere al bambino che è possibile insieme combattere il “mostro” e aiutarlo così a sentirsi attivo ed efficace.
In questo senso indicazioni pratiche come lo stare a casa o il lavarsi le mani sono utili per fare sentire al bambino che anche lui può fare la sua parte. Possiamo spiegare al bambino che stiamo tutti a casa per fare sì che questo “mostro” non vada in giro a fare ammalare le persone, soprattutto quelle più fragili, e per dare il tempo ai dottori di curare chi si è ammalato e di trovare la giusta medicina. Rassicuriamoli sul fatto che gli scienziati di tutto il mondo stanno cominciando a conoscere il virus e stanno cercando la cura per combatterlo: hanno già scoperto che il virus colpisce soprattutto gli anziani e le persone più fragili mentre i bambini sono più protetti e difficilmente si ammalano.
Questo “mostro” invisibile e minaccioso, così difficile da rappresentare anche per noi adulti, può essere descritto nella conversazione con il bambino con le parole o con un disegno, oppure possiamo invitare il bambino a raccontarci come lo immagina, dando così spazio alla sua fantasia. Osservare il bambino, il suo gioco e le sue azioni, essere sensibili ai suoi stati d’animo, può dare ai genitori importanti informazioni sul suo stato emotivo e sulle sue fantasie, fornendo la giusta chiave per affrontare l’argomento.
I ritmi quotidiani insieme alle routine prevedibili della giornata potranno inoltre infondere un senso di sicurezza e di continuità al bambino che potrà mantenere molte sue abitudini mentre altre dovranno essere sostituite o modificate lasciando spazio alla creatività e alla fantasia.
Crediamo che questa nuova situazione, che richiede limitazioni e cambiamenti importanti a tutta la famiglia, e che fa vivere a tutti momenti di ansia e paura, possa dare tuttavia l’opportunità di scoprire risorse inaspettate e un nuovo senso di comunità, che coinvolge anche i più piccoli. Anche i bambini partecipando alla vita della famiglia possono dare il loro piccolo contributo che li aiuta ad avere meno paura.
Potremo così scoprire che tutti possiamo collaborare e aiutarci in un momento di difficoltà, come ci insegna la favola africana del colibrì che, con il suo piccolo becco, insieme a tutti gli altri animali portò l’acqua per spegnere l’incendio che divampava nella foresta, dimostrando che “insieme si può fare”.
Eleonora Marcelli
Federica Melandri
Alessandra Presepi