LIBRI – “Arcipelago N. Variazioni sul narcisismo”. Vittorio Lingiardi, Einaudi, 2021.

Ho letto con piacere e interesse questo piccolo libro stimolante, edito lo scorso anno da Einaudi.
La parte iniziale è dedicata all’antico mito di Narciso, il bellissimo giovane figlio di una ninfa e di un fiume, che muore di consunzione per essersi innamorato della propria immagine riflessa in uno stagno. Resa immortale dalla versione di Ovidio, la vicenda di Narciso viene ripresa da innumerevoli scrittori, poeti e pittori, a riprova della pregnanza del suo significato, così sintetizzabile: “Chi ama solo se stesso, è destinato a perire”. Nella seconda parte, più ponderosa, Lingiardi affronta il lato clinico del narcisismo partendo dal fondamentale saggio freudiano del 1914. La questione “narcisismo”, per essere molto variegata, viene denominata “arcipelago”, all’interno del quale l’autore ci invita a navigare con lui, passando in rassegna i contributi dei molti psicoanalisti che se ne sono occupati e le questioni da loro affrontate. Qual’è il confine tra il narcisismo sano e quello patologico? E tra quest’ultimo, connotato dalla grandiosità, e quello maligno? E quando il narcisismo si configura come un disturbo di personalità, che differenza c’è tra la forma “overt” e quella “covert”? E tra quello “a pelle spessa” e quello “a pelle sottile”? E ancora, tra grandiosità estrema e psicopatia? Navigando tra questioni diagnostiche e problemi terapeutici, con frequenti riferimenti ai ritratti di personaggi narcisisti proposti dal cinema, Lingiardi ci rende consapevoli della complessità del tema che, oggi più che mai, ha una notevole rilevanza sociale. Gli anni ’70 hanno visto sia i contributi fondamentali degli psicoanalisti americani Kohut e Kernberg sia il saggio del sociologo, anch’egli americano, Lash dal titolo “La cultura del narcisismo”. Da allora molti pensatori, clinici e non, hanno affrontato il tema, legato all’individualismo dell’epoca postmoderna. L’autore conclude il suo libro con alcune considerazioni sulla recente pandemia, esperienza da cui siamo stati tutti profondamente toccati e che ci ha costretti a rivedere abitudini e modalità di vita: “…un primo insegnamento antinarcisistico è [..] quello della complessità, la conferma che non siamo pezzi unici né tutti d’un pezzo. Abbiamo toccato con mano i limiti dell’onnipotenza verso cui eravamo lanciati (corpi invincibili, morte rimossa), un po’ come già accadde, direbbe Freud, in occasione delle grandi mortificazioni dell’umanità: quella copernicana, che ha tolto la Terra dal centro dell’universo; quella darwiniana, che ha tolto lo scettro alla nostra specie; e, va da sé, quella psicoanalitica, che ci ha mostrato quanto poco padroni siamo in casa nostra”.

Dott.ssa Adriana Grotta